SILVESTRO GUZZOLINI E L’EREMO DI GROTTAFUCILE
Silvestro Guzzolini nacque intorno al 1177 ad Osimo, in provincia di Ancona, figlio di Gislerio e Bianca, appartenenti all’aristocrazia ghibellina di Osimo.
Venne avviato dal padre agli studi di Giurisprudenza all’Università di Bologna, il più importante centro accademico d’Italia e di Teologia a Padova. Tornato ad Osimo, Silvestro venne ammesso tra i canonici del Duomo di Osimo. A causa del lassismo della Chiesa dei suoi tempi, entrò in conflitto con il locale vescovo Sinibaldo e decise di ritirarsi a vita eremitica.
Nel 1227, a circa cinquant’anni, si ritirò quindi in una spelonca naturale, Grottafucile, che si affaccia sullaGola della Rossa, un luogo donatagli dalla nobile famiglia fabrianese dei Rovellone.
Si trattava di un sito noto alle popolazioni del posto, che lo avevano così battezzato per la ricca presenza nel terreno di pietre focaie.
Dedicatosi alla vita contemplativa, Silvestro fu presto raggiunto da altri chierici. Preoccupato per l’ascendente che Silvestro cominciava ad avere sulle comunità delle montagne intorno all’eremo, Papa Gregorio IX inviò nel 1228 come suoi emissari due frati domenicani, che convinsero l’eremita a confluire, insieme ai confratelli, nell’Ordine Benedettino.
Nel corso degli anni l’eremo si ampliò: i monaci adattarono le grotte a rifugi meno battuti dalle intemperie e dal clima rigido della zona. Le grotte furono così trasformate in celle (ancora oggi si possono vedere i lavori di traforo per adattarle a giacigli) e la piccola area davanti alla grotta divenne un cortile con un pozzo centrale.
Il santo eremita vedendo il numero dei seguaci aumentare fu costretto a cercare un luogo più idoneo, che individuò in ua zona non molto lontana, nei pressi di Fabriano. Qui, nel 1231, grazie alla donazione di un terreno iniziò l’edificazione dell’Abbazia di Monte Fano (presumibilmente nel luogo ove in precedenza sorgeva un tempio pagano, come indica il toponimo latino fanum). I suoi monaci presero allora il nome diCongregazione Benedettina di Monte Fano, successivamente trasformata in Congregazione Silvestrina dopo l’approvazione nel 1248 da parte di Papa Innocenzo IV.
Nel 1267 (alla veneranda età di crica 90 anni) Silvestro Guzzolini morì a Monte Fano, e le sue spoglie riposano nell’eremo da lui fondato e dove la tradizione agiografica colloca il verificarsi di vari eventi miracolistici.
Fu proclamato santo nel 1589, sotto il pontificato di papa Clemente VIII, marchigiano come Silvestro. La festa liturgica è il 26 novembre.
Nonostante il traseferimento della comunità a Monte Fano, Grottafucile non venne abbandonata: nel 1265 l’eremo primigenio fu ingrandito e trasformato in un piccolo monastero, e venne anche eretta una chiesa dedicata alla Madonna, che prese il nome di Santa Maria a Grottafucile. La chiesa fu costruita in stilegotico italiano e rimase in funzione anche dopo l’abbandono del contiguo monastero intorno al 1440.
Si vedono oggi dei restauri cinquecenteschi per il rinforzo della struttura con l’apertura di nuovi portali che davano accesso al cortile del monastero circondato da mura e probabilmente l’elevazione di nuove strutture. Del vecchio monastero rimangono ancora una sala capitolare voltata a botte e le mura esterne della chiesa.
Dopo gli anni 1430 – 1440, vuoi per riduzione del numero dei monaci eremiti, vuoi perché per la cura spirituale degli abitanti dei piccoli borghi circostanti essi erano spesso costretti a rimanere lontani dal loro monastero, peraltro sempre minacciato dai banditi che infestavano la zona, il luogo fu gradualmente abbandonato, fatta eccezione per la chiesa nella quale continuarono ad officiare messa specialmente durante i giorni festivi. Verso la metà del secolo XVI vi fu una ripresa della vita eremitica e Grottafucile ridiventò sede abituale di eremiti per poco più di un secolo, perché poi il monastero cominciò una inesorabile decadenza.
La chiesa di Santa Maria a Grottafucile si mantenne comunque in discrete condizioni, fino a che non intervenne la soppressione napoleonica del 1810 quando ne furono asportati i lavori di maggior pregio. Nel 1818 scorrerie di malandrini sfondarono le porte e fecero man bassa di tutto.
Il sito di Grottafucile venne definitivamente abbandonato alla fine del XIX sec. e il monte Revellone acquistato da una famiglia della sottostante località di Pontechiaradovo.
L’apertura di una cava alla base dell’eremo e la successiva costruzione della Galleria della Gola della Rossa ne misero in pericolo la stabilità. Negli anni ’70 del XX secolo l’allora Ministero dell’Istruzione bloccò i lavori della cava, giunta a pochi metri dall’eremo, per tutelare le ultime vestigia dell’Eremo di San Silvestro.